Ingredients
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600 g pecorino fresco sardo
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500 g farina di semola
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50 g strutto
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250 g acqua tiepida
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buccia di 1 limone
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q.b. olio di semi di arachidi
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q.b. mile di corbezzolose non lo avete usate miele di castagno
Directions
Ogni tanto fa bene dedicarsi ai piatti tipici del nostro paese.
Già. Un piatto ci dice tante cose: ci racconta quali sono le materie prime principali di un luogo, su cosa si basa l’economia della popolazione che lo ha prodotto, se ci sono o meno influenze di altre culture.
Le sabadas di cui parlo oggi sono dei dolci tipici sardi; il loro nome pare provenire dal latino “sebum” per l’aspetto untuoso che assume il formaggio in cottura o dalla parola sarda che si usa per indicare il grasso animale “seu”. In principio, questo fagotto di “pasta violada” (semola con strutto) ripieno di formaggio, non era semplicemente un dolce, per i pastori rappresentava un pasto completo. Adesso si trova tutto l’anno ed è diventato uno dei dolci sardi più conosciuti; come ogni piatto tipico regionale, anche la “seada” subisce l’influenza del territorio in cui viene preparata, per questo è facile imbattersi in ricette diverse tra loro soprattutto per quanto riguarda la preparazione della pasta. Il formaggio deve essere di pecora, fresco e leggermente inacidito (anche se in alcune zone si usa anche formaggio vaccino) e lavorato con la buccia degli agrumi per renderlo profumato. Tipicamente per friggere viene usato l’olio di oliva o lo strutto ma io ho usato olio di semi di arachidi per rendere la frittura un po’ più “leggera”. In ultimo, per addolcire le seadas si usa il miele di corbezzolo, un miele molto particolare, tendente all’amarognolo con delle note aromatiche che ricordano il caffè macinato.
Formaggio e miele mischiali insieme e aggiungi altro miele se ce ne fosse bisogno – Ateneo in Depinosofisti racconta di un dolce simile chiamato Amorbites.
Curiosità:
Andando un po’ più a fondo riguardo l’origine dei questa preparazione ci potrebbero essere delle influenze ebraiche. Infatti gli ebrei preparano spesso dolci fritti a base di latte e miele da offrire ai loro ospiti. Durante la festa ebraica delle Shavuot consumano solo cibi a base di latte.
Ma perché la Sardegna dovrebbe avere all’interno della sua tradizione una preparazione Kosher?
L’imperatore Tiberio, nel 19 dell’era cristiana, fece arrestare 4 truffatori ebrei a Roma; come “punizione” collettiva esiliò in Sardegna 4000 giovani ebrei che inevitabilmente lasciarono parte della loro cultura anche in cucina. Per loro il latte, quindi il formaggio è un alimento fondamentale ed è in rapporto col dare e col nutrire che sono ‘essenza di Chesed (amore, misericordia).
Steps
1
Done
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Formaggio |
2
Done
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con il formaggio ben caldo, facilmente lavorabile, formate dei dischi di circa 10 cm di diametro e 8 mm di altezza: aiutatevi a dare una forma più omogenea possibile facendo colare il formaggio all'interno di un coppapasta (su una teglia rivestita di carta forno), livellandolo con le mani o con un batticarne e lasciate che si raffreddi e torni di nuovo "solido". Ci vorrà circa un'oretta (comunque dipende dalla temperatura esterna, d'estate potete far raffreddare i dischi in frigorifero) |
3
Done
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pasta violada |
4
Done
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stendete la pasta molto sottile con una sfogliatrice o con il matterello, circa 2 mm. |
5
Done
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6
Done
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Mangiate le vostre sabadas ancora calde ricoperte di miele |
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Cara Martina…lo strutto di maiale è tutto tranne che kashèr!